Immaginate di svegliarvi una mattina e non vedere più nulla. Questo è quanto successo a Giuseppe Rosafio a seguito di un intervento chirurgico, mentre è parte della quotidianità di Elisabetta Corradin1 fin dalla sua nascita. Che cosa provano a vivere in spazi spesso progettati e pensati per normovedenti, ve lo siete mai chiesto? Noi sì, e abbiamo avvertito l’esigenza di progettare un Wunderbook che andasse a creare un dialogo tra vedente e non vedente, creando un ponte tra questi due mondi contrapposti. Sinestesie vi consentirà di percepire la realtà non più attraverso i vostri occhi, ma di vedere con le vostre mani,
con le vostre orecchie e con il vostro naso, grazie a cinque Wunderbook che indagano cinque diversi campi emotivi attraverso un percorso multisensoriale composto da texture, da suoni e odori racchiusi in un origami decorato con pattern materici, da tipografia tattile e da foto evocative. È così che un luogo di apertura e convivialità come una piazza diventa per il non vedente luogo di chiusura e disorientamento, che lo costringe ad orientarsi tra le ruvide pareti dell’intonaco civile ed il frastuono del trambusto urbano, con l’odore del caffè del bar della piazza come unico appiglio in un mare di confusione.
1Coordinatrice delle guide di Dialogo nel Buio, presso la Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano
Percorso multisensoriale
L’idea progettuale
I 5 Wunderbook
I cinque Wunderbook rappresentano diverse emozioni ognuna delle quali è associata ad un’esperienza non esplicitata vissuta dal non vedente. Ogni libro è strutturato come un percorso sensoriale che ha lo scopo di far indovinare al fruitore del libro quale esperienza faccia provare una determinata emozione.
Girando le pagine del libro si hanno diversi indizi tattili, sonori, olfattivi e visivi resi grazie all’uso di pattern, origami materici, tipografie tattili e foto evocative che portano alla comprensione della situazione vissuta dal non vedente. L’insieme delle percezioni è quindi la chiave di lettura dei libri.